L’edema di Reinke è una patologia infiammatoria cronica irreversibile delle corde vocali. Questa patologia è di predilezione a carico dei fumatori, colpisce soprattutto tra i 40 e i 60 anni di età e senza significativa differenza tra i due sessi anche se, anche altri fattori come l’abuso della voce e il reflusso gastroesofageo possono favorirla. Come per altre patologie vocali, una tempestiva laringoscopia effettuata quando ci si accorge che i disturbi vocali perdurano nel tempo, permette una diagnosi precoce.
La nicotina, col tempo, determina l’apposizione di una raccolta gelatinosa nodulare sulla corda vocale, precisamente nello spazio tra questa e la mucosa. Questo fenomeno, nella maggior parte dei casi bilaterale, crea un rivestimento ed appesantimento delle corde vocali che fa sì che col tempo, la voce diventi più rauca a causa della contemporanea vibrazione dalla formazione nodulare e delle corde durante la fonazione e la respirazione. Conseguenza accessoria alla pesantezza cordale è che per riuscire a riprodurre i suoni che richiedono adduzione cordale, diventa necessario ricorrere a muscoli accessori, come i muscoli del tratto cervicale e le corde con conseguente degenerazione cordale ipotonica, e maggior sforzo fonatorio. Talvolta questi ammassi gelatinosi diventano talmente grandi da ostruire le vie respiratorie.
La voce che ne risulta è quella bassa e rauca, tipica del fumatore.
Questa patologia ha una risoluzione chirurgica di asportazione dell’alterazione. All’intervento segue di prassi una riabilitazione logopedica basata prevalentemente su esercizi respiratori e di vocalizzazione. Non infrequente è la persistenza dell’ipotonia cordale, molto spesso correlata alle variazioni spazio – funzionali dell’antro laringeo.
L’apporto dell’Osteopata è fondamentale in questa fase dal momento che occorrerà ripristinare tutto il triangolo superiore ed i suoi equilibri per poter rimuovere quei compensi che per lungo tempo sono stati adottati. Per quella che è la mia personale esperienza lavorativa è sempre più proficuo riuscire a ‘mettere mano’ sul paziente subito dopo l’intervento in modo da poterlo riequilibrare prima che questi inizi la terapia logopedica, onde evitare che l’esecuzione degli esercizi proposti sia caratterizzata da compensi ormai acquisiti dal paziente. La resa e i tempi di recupero hanno così modo di essere ottimizzati.
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