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Valentina Carlile Osteopata
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Immagine del redattoreValentina Carlile DO

Come avviene la valutazione osteopatica



Una volta effettuata la raccolta anamnestica, l’Osteopata passa a quella che è la fase valutativa attiva, che lo condurrà a determinare su quale struttura e con quale modalità intervenire sul paziente. In cosa consiste e come si compone una valutazione osteopatica?

La valutazione osteopatica consta di due fasi di cui la prima è identificata dall’esecuzione di test clinici e osteopatici e la seconda dalla palpazione percettiva.


Test clinici e osteopatici: durante questa fase il Professionista mira ad indagare elasticità, deformabilità e barriera motoria delle strutture anatomiche che potenzialmente in grado di limitare l’organismo nelle sue funzioni all’interno della fisiologia, può chiedere di eseguire dei movimenti attivi per valutare la qualità del movimento, ed esegue passivamente test per analizzare con attenzione la mobilità di articolazioni, muscoli, visceri e altri tessuti.


Palpazione percettiva: in questa fase il professionista valuta attraverso il tatto densità, compattezza e stato tensivo dei tessuti, resistenza ed elasticità, motilità e mobilità allo stimolo palpatorio, tutte queste essendo espressioni di adattamento o non adattamento biologico.


L’acronimo T.A.R.T. Identifica i parametri chiave di quella che è la disfunzione somatica, elemento di riferimento della pratica osteopatica.

Nello specifico l’acronimo definisce:


T: dolorabilità (tenderness)

A: asimmetria (asymmetry)

R: gradi di mobilità (range of motion)

T: qualità tissutale ( tissue texture)


Al termine della valutazione il Professionista Osteopata che avrà identificato: i tessuti in sofferenza; i segmenti facilitati, ovvero tutti quei tessuti che neurologicamente innervati da uno stesso segmento vertebrale, se in stato di ipereccitazione a causa di stress nervoso prolungato sviluppano una soglia di stimolazione più bassa presentando ipertonia muscolare, vasocostrizione e alterazione della sudorazione; i trigger point, ovvero aree locali della muscolatura che se ipereccitate, oltre ad essere doloranti localmente irradiano il dolore anche ad una specifica zona a distanza, potrà impostare il piano di trattamento osteopatico più idoneo ad ogni paziente.


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