Se i calcoli non danno sintomi non occorre alcun intervento, solo un monitoraggio. La colica biliare, invece, passata la fase acuta, viene trattata chirurgicamente (attraverso la rimozione della colecisti) nella grande maggioranza dei casi. Esiste anche la possibilità di ricorrere ad una terapia farmacologica che prevede la dissoluzione con acidi biliari.
La colecistite acuta si instaura quando il calcolo si muove all’interno della colecisti e va a bloccare il dotto cistico. Se il calcolo va oltre la colecisti ed entra nel coledoco può generarne una dilatazione acuta o rimanervi incastrato, provocando la colangite o la pancreatite acuta.
Quando si ha una colica abilitare causata da calcoli nel coledoco, bisogna prima rimuovere il calcolo in endoscopia e poi valutare la rimozione della colecisti perché si potrebbero verificare altri episodi, magari più gravi.
Esistono comunque alcune condizioni in cui la colecisti va tolta anche in assenza di colica biliare, ovvero in caso di: colecisti a porcellana, condizione che si associa ad un aumentato rischio di tumore della colecisti; polipi.
I primi sintomi non vanno mai sottovalutati, occorre riferirsi quanto prima ad un gastroenterologo che saprà indagare ed impostare la terapia più corretta.
Valentina Carlile - Osteopata esperta in Osteopatia applicata a disturbi di Voce e Linguaggio dal 2002. Per informazioni e prenotazioni visita la pagina Contatti
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