I. si è presentata nel mio studio per un problema di disfonia insorto circa 4 anni fa in maniera subdola e progressiva. Insegnando in una palestra ha sempre imputato il problema al ‘dover urlare’. Quando poi con l’andare del tempo il disturbo ha iniziato a persistere I., ritenendo che si potesse trattare di qualcosa di diverso, si è rivolta prima ad un otorino e successivamente ad un foniatra il quale ha riscontrato edema di Reinke bilaterale sui 2/3 anteriori delle corde. L’edema è stato poi ridotto chirurgicamente. In seguito a questo è stata prescritta logopedia ed esercizi di controllo diaframmatico. Il tutto è proseguito in post-chirurgica per un periodo di 5 mesi, periodo dopo il quale, visti i non risultati, I. si è recata di nuovo da un foniatra che ha riscontrato lieve edema su 1/3 posteriore cordale con ipotonia dei 2/3 anteriori ed è stata prescritta dell’altra terapia logopedica, ipotizzando però un ulteriore intervento. Quello che è emerso dai referti medici portati da I. è che è stata evidenziata anche un’iperemia faringea, e una deviazione condro – vomerale ad ampio raggio dx convessa con lussazione anteriore della cartilagine quadrangolare.
Come primo approccio ho ritenuto di dover andare a valutare la condizione del cranio e di riequilibrarne i parametri ripristinando la funzionalità e poi valutare il tripode fonatorio in modo da rendermi conto dello stato di funzionalità delle strutture dell’organo vocale. Il grosso del lavoro è stato un riequilibrio tissutale ed articolatorio delle componenti sottoioidee, messe poi in accordo con le strutture ioidee e sovraioidee con tecniche articolatorie e fasciali. L’ultimo lavoro è stato un riequilibrio tra cranio e apparato fonatorio per ripristinare la funzionalità del tripode.
Subito dopo la seduta la voce di I. è stata meno soffiata e decisamente con ‘volume’ più alto e squillante.
A distanza di 12 giorni la voce ha tenuto questi miglioramenti e anzi si è ulteriormente ‘pulita’. I. ha riconquistato la sua autonomia vocale e sociale ed è contentissima perché dopo un periodo abbastanza lungo di sconforto riguardo le sue possibilità di recupero ha ritrovato serenità ed ha molto piacevolmente scoperto questo aspetto delle cure osteopatiche che non immaginava nemmeno potesse esistere.
I passi successivi saranno implementare i risultati con qualche altra seduta in modo da eliminare o quantomeno ridurre il più possibile la ‘soffiatura’ che è ancora presente e controllare a distanza con appoggio foniatrico la condizione delle corde.
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