La scoperta delle zone riflesse di Chapman o Punti di Chapman risale agli anni ’30, anni in cui
l’Osteopata Frank Chapman identificò delle zone di proiezione dolenti alla palpazione o metameri, espressione delle disfunzioni viscerali.
A seguito di questa scoperta venne formulata l’ipotesi che potesse esserci un riflesso neuro-
linfatico che, se stimolato, potesse indurre un effetto ricondizionante sui vasi linfatici degli
organi/visceri associati attraverso la connessione tra sistema linfatico, sistema endocrino e
sistema nervoso.
Questi punti (circa 125) si trovano sul tronco anteriore e posteriore e ne è stata tracciata una
mappa dettagliata. Attenzione! Non sono i Trigger Points (TPs) miofasciali, né i punti dolenti di
Jones!
Studi successivi hanno evidenziato come il trattamento di queste zone possa riflettere un relativo aumento dell’attività parasimpatica, e una conseguente riduzione della sovrastimolazione dell’attività simpatica a livello dei nuclei intermedio-laterali del midollo spinale (W.H. Schmitt e S.F. Yanuck, 1999).
Natura dei punti di Chapman
Questi punti si presentano come piccole masse di consistenza nodulare situate nei tessuti molli,
associate a dolore alla palpazione, prive di irradiazione e bilaterali.
Le disfunzioni somatiche viscerali attivano i recettori afferenti viscerali determinando la
trasmissione di segnali distorti a livello del corno dorsale del midollo spinale, accendendo gli
interneuroni a stimoli successivi. Viene mantenuto così uno stato costante di pre-eccitazione che
comporta risposte efferenti con conseguente iperstimolazione dell’organo/viscere e del tessuto
linfatico circostante, con la creazione di queste masse nodulari.
In Osteopatia si usa da sempre il trattamento di questi punti. Per quanto riguarda il trattamento in ORL nello specifico, è importante il trattamento dei punti di Chapman relativi a seni, laringe,
faringe, orecchio medio, tonsille ed orecchio medio, in abbinamento alle altre zone somatiche
trattate. La loro stimolazione ha effetto facilitante su alcuni muscoli inibiti, quindi la valutazione,
prima di procedere, è come sempre fondamentale, e per ottenere un risultato migliore è sempre
opportuno liberare prima il piano fasciale interessato.
Valentina Carlile - Osteopata esperta in Osteopatia applicata a disturbi di Voce e Linguaggio dal 2002. Per informazioni e prenotazioni visita la pagina Contatti
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