I cantanti sono generalmente proiettati alla percezione diaframmatica, elemento muscolare cui
rivolgono la maggiore attenzione, e per questo si preoccupano di torace, spalle, colonna. C’è però
un altro elemento corporeo, tanto fondamentale quanto diffusamente ignorato che influenza
enormemente la funzionalità diaframmatica e la salute delle corde vocali attraverso le sue catene funzionali ed il core-link: il piede.
C’è chi ama cantare a piedi nudi, chi con i tacchi. Alcune calzature sono imposte dalla produzione, altre sono ricercate perché più adatte allo spettacolo ed alla situazione, ma ci siamo mai chiesti, a parte la scelta di misure, modelli e colori, cosa ne pensano i nostri piedi?
Quando mi viene chiesto un consiglio per un cuscino o un materasso la mia risposta abituale è che quando siamo giovani, non ci preoccupiamo di dove dormiamo o come dormiamo, dormiamo
anche sul fieno. Poi quando cresciamo, le “forze” della vita esercitano dei cambiamenti sulla nostra stabilità ed accomodabilità ed allora dobbiamo ricorrere a quello che per noi “è meglio”, il che significa che nel nostro corpo sono avvenuti dei cambiamenti e che non siamo più adattabili a tutto.
Stesso discorso per le scarpe.
La cosa più importante però è: in che condizione sono i nostri piedi? Cosa è meglio per loro e cosa stanno dicendo e/o imponendo al nostro corpo?
Come tutti sappiamo, il diaframma è un muscolo respiratorio importantissimo nella voce cantata e recitata, perché proprio la sua elasticità ci aiuta a non sovraccaricare le corde vocali e la sua
stabilità, ad avere una voce più piena. Tante sono le tecniche per rilasciarlo e rafforzarlo.
Quando però diventa disfunzionale sorgono i problemi.
Quello che non viene quasi mai considerato è che molto spesso questa disfunzione è correlata ad uno schema ascendente più che ad uno discendente.
Proprio del primo caso molto spesso i protagonisti sono i piedi.
È importante sapere che il diaframma condivide la fascia con altri due muscoli molto importanti per la voce: psoas e quadrato dei lombi, e questa condivisione fa sì che la disfunzione di uno dei tre influenzi la funzionalità degli altri due.
I nostri piedi sono il primo contatto con il mondo, il suolo, e reggono e dirigono la nostra stabilità.
Un loro disallineamento articolare può influire proprio sul tono di psoas e quadrato dei lombi, con effetto a cascata negativo sul diaframma.
Porto spesso ai miei pazienti e nei seminari l’esempio di un mio paziente Artista, che dopo una
distorsione di caviglia, non riusciva più a cantare se non seduto su uno sgabello. Ecco, questo
paziente aveva innescato proprio questo schema disfunzionale e da seduto, toglieva stress ai piedi ed alle catene disfunzionali, permettendo al diaframma di lavorare più in libertà.
E voi, avete mai considerato la salute dei vostri piedi? Avete mai considerato come possa essere
difficile adattarsi ad una qualunque scarpa ed ottimizzare la performance se i piedi non sono
funzionali?
Rivolgetevi al vostro Osteopata di fiducia per una valutazione biomeccanica ed eventualmente
sottoporvi ad un piano di trattamento di correzione della catena funzionale. Vi verranno dati anche consigli di autogestione e mantenimento!
Valentina Carlile - Osteopata esperta in Osteopatia applicata a disturbi di Voce e Linguaggio dal 2002. Per informazioni e prenotazioni visita la pagina Contatti
Kommentare